COL CORAGGIO DELL’UTOPIA

Franco Bianchi ha lasciato questa vita terrena dove tentava di dirimere le contraddizioni politiche ed economiche e, soprattutto, mettere argine alla sempre più incombente cultura standardizzata e globale.

Ecco questa opera di decostruire la cultura globale e rintracciare in essa i segni di culture particolari e di movimenti di pensiero che l’accompagnano, soprattutto attraverso la musica, ma non solo, è stata l’opera che di Franco Bianchi ci piace ricordare negli intrecci di iniziative e di confronti tra l’Associazione Oltre l’Occidente e la Cantina Mediterraneo.

Appunto la Cantina Mediterraneo. Ha segnato il territorio frusinate da tanti punti di vista: nella offerta di spazio ai tanti musicisti, né intonati né stonati, ma solo musicisti; alla continuità delle iniziative; alla rappresentazione di un non luogo tornato ad essere vissuto; al tentativo di strappare la musica dal suo connotato di indefinita merce e unirla al pensiero politico e sociale del nostro tempo.

Una operazione rara nella storia contemporanea della nostra provincia. Compagni, pur impegnati politicamente in gruppi come Democrazia Proletaria, e Franco ne era attivista nella piccola sede di via del Plebiscito a Frosinone insieme a Mauro della Valle, ora riabbracciato con emozione nel girone di coloro che sono in cerca di giustizia sociale e di uguaglianza tra gli esseri umani, venuta meno la marea chiamata movimento, decidono di opporsi al trascinante riflusso dando vita, col coraggio dell’utopia, a ciò che reputano le espressioni artistiche più confacenti per esprimere la loro posizione di critica alla società.

Una Cantina lunga 10 anni di musica, accostata a tentativi di riflessione contro il consumismo, la discriminazione, la guerra, l’esclusione, l’inquinamento… Una Cantina che ha offerto spazio alla musica dei frusinati, dei ciociari, che si cimentavano liberi al confronto con il pubblico, come non possono fare oggi dove quella idea di spazio non c’è più. Ma uno spazio è un luogo perché qualcuno vi abita e lo rende tale. Ed era Franco a rendere quello spazio una comunità di riferimento. Tanti giovani, in un territorio vuoto e culturalmente simile all’espressione disincantata e predatrice del potere, dove venivano e sono educati ad una cultura del nuovo fascismo, hanno potuto imbattersi in una idea diversa, più complessa, meno sintetica, della politica, dell’economia, della società offrendo ossigeno al futuro della nostra terra.

Eppure Franco è stato un uomo normale, con un lavoro normale ma svolto con sapiente puntiglio e benevola accoglienza di tutti, ma proprio tutti, con una famiglia numerosa e unita. Eppure impegnatissimo. …DP, Associazione Della Valle, Cantina, Rifondazione, Oltre l’Occidente, Frosinone Bene Comune e tante altre attenzioni, con la dovuta discrezione, verso gli ultimi.

Si è lasciato guidare dalla propria etica comunista e progressista di “grande combattente, che con umiltà, intelligenza e coraggio ha sostenuto e difeso i suoi ideali con continuità ed impegno senza nulla chiedere e senza mai arrendersi”,

Buon viaggio Franco.